Mantua me cepit

MANTUA ME... CEPIT!... Si, lo riconosco: è un titolo magniloquente e può suonare pretenzioso. Ma come potevo rinunciarvi? Quando, anni fa, peregrinando per la provincia come fotografo del giornale locale, concepii l'idea di questo lavoro, il titolo mi balenò alla mente come una folgore e subito me ne innamorai, al punto che elaborai su di esso l'intero progetto.
Mi perdoni Virgilio l'ardita parafrasi e, soprattutto, perdonami tu, benevolo lettore. Sfogliando questo"album" spero comprenderai le mie ragioni e mi risparmierai il rimprovero di sfoggio retorico.
Nel titolo il programma, dunque, e l'informazione chiave: non sono mantovano. Sono, infatti, veronese: figlio di quella città che ha sempre contrapposto le sue campane a quelle della vicina e rivale, in una sorta di corsa al primato la cui natura non mi e mai stata del tutto chiara.
L'amore per questa città nasce dall'infanzia e adolescenza grazie a le due zie paterne che vi si erano trasferite.
Molti anni più tardi qui incontrai mia moglie e qui nacque mio figlio.
Una decina d'anni fa, ricevetti infine una proposta di lavoro dal giornale locale, che accettai di buon grado ma che mi costrinse a trasferirmi.
Proprio grazie al mio lavoro cominciò quello strano processo di simbiosi con la città ed il suo territorio. Il mio lavoro me li fece conoscere molto più in profondità, a dispetto della fretta che perennemente mi pungolava; me ne rivelò aspetti e sfumature che non avevo mai avuto modo di cogliere, mi avvicinò alle persone, mi introdusse in ambienti altrimenti negati, mi dischiuse, in breve, la sua più intima natura, la sua poesia.
Una fotocamera caricata allo scopo cominciò così ad affiancare quella del reporter, pronta a sondare luci ed ombre dell'immensa e mutevole scena e a catturare al volo da un frettoloso passaggio in auto o da una camminata con un occhio all'orologio scene luci e sensazioni.
Doriano Bassi
La scelta di pubblicare sul nostro sito questa selezione di scatti eseguiti dal fotografo Doriano Bassi nasce da un comune modo di sentire ed amare la città ed il suo territorio fatto di rapporti di terra ed acqua, di verde e mattoni, di luci e nebbie.

 


 

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