CENTRO CULTURALE G. BARATTA

L’intervento di riuso dell'ottocentesco ex macello comunale di Mantova si è protratto, tra difficoltà economiche e lentezze procedurali, per circa diciotto anni. Il complesso, ora Centro culturale Gino Baratta, si impone alla vista, all'interno della cortina edificata di corso Garibaldi, come una presenza "interessante".
La composizione ritmica dei fronti, enfatizzata dall'uso dei materiali e del colore, oltre che da singolari elementi simbolico-decorativi, come le teste di bue in cotto poste al di sopra del marcapiano a sottolineare la sequenza degli archi, fa presagire, fin dal primo approccio, la rigida simmetria dell'impianto tardo ottocentesco. Un impianto che consta di quattro corpi di fabbrica ortogonali, contraddistinti, a due a due, da caratteri formali e distributivi pressoché identici, espressione di uno schema rigoroso che il progettista, altrettanto rigorosamente, ha scelto di non forzare esaltandone, addirittura, la "meccanicità". L'intervento di restauro e riuso del complesso, supportato tra l'altro da una verifica preliminare della corrispondenza tra le funzioni da insediare e la "vocazione" del contenitore ospite, si è tradotto, quindi, da un lato, in una serie di opere di manutenzione generale che hanno portato il manufatto a una condizione ottimale circoscrivendo le trasformazioni alla rimozione di tamponamenti e superfetazioni introdotti successivamente e alla chiusura e riapertura di vani praticati nel tempo; e, dall'altro, nella creazione delle strutture-arredo. Concettualmente e fisicamente scindibili dalla scatola muraria preesistente e posizionati nel rispetto dei criteri di simmetria e ripetitività propri dell'impianto distributivo originario, questi apparati, realizzati in ferro, ferro e legno, cristallo e cartongesso costituiscono un indispensabile supporto sia alle funzioni che ai percorsi. Ai "congegni" complessi delle strutture fisse si aggregano, poi, in una sorta di "meccano", elementi di allestimento e arredo nati, a loro volta, dall'assemblaggio di pezzi di serie e oggetti realizzati su disegno.

Ph. Vito Magnanini
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